• Pannello Pale Di San Lucano 001
  • Pannello Pale Di San Lucano 002
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  • Pannello Pale Di San Lucano 004
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  • Pannello Monte Agner 001
  • Pannello Monte Agner 002
  • Pannello Monte Agner 003
  • Pannello Monte Agner 004
  • Pannello Monte Agner 005

Der Weg des Dolomia: die Reise des Gesteins in den Dolomiten

DAS PROJEKT

DAS PROJEKT

Das Hochschulinstitut "Follador-De Rossi" in Agordo leitet das Projekt "Der Weg des Dolomia: die Reise des Gesteins in den Dolomiten - ITAT 2036", das im Rahmen der zweiten Interreg-Bekanntmachung finanziert wird VA Italien-Österreich 2014-2020.

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DIE INTERAKTIVE KARTE

DIE INTERAKTIVE KARTE

Alle Daten des Dolomia-Projekts wurden georeferenziert und auch in Open Alp Maps, der geotouristischen Datenbank der Agorder Dolomites, enthalten. Eine Karte, die ausschließlich dem Dolomia-Projekt gewidmet ist, wurde ebenfalls erstellt.

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DOLOMIA IN DER LANDSCHAFT

DOLOMIA IN DER LANDSCHAFT

Aufschlüsse

Erdrutsche

Geologische Stätten
DOLOMIA GIBT ARBEIT

DOLOMIA GIBT ARBEIT

Kalköfen

Höhle

Minen

Zeitgenössische Gebäude
DOLOMIA IN DER GESCHICHTE

DOLOMIA IN DER GESCHICHTE

Archäologische Seiten

Burgen und Festungen

Kirchen und Kirchtürme

Historische Zentren
Monumente

Brunnen

Museen

Grenzsteine
SAN LUCANO-TAL ROUTE

SAN LUCANO-TAL ROUTE

Das San Lucano-Tal (Valle di San Lucano) erstreckt sich über 10 Kilometer und verläuft durch den Kern eines der größten dolomitischen Klippen. Seine durchschnittliche Tiefe beträgt fast 2 Kilometer und zeichnet sich durch ein eindeutiges Gletscherprofil aus.

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DER WASSERWEG

DER WASSERWEG

Wasser in seinen verschiedenen Aspekten wie Bächen, Quellen, Wasserfällen, Seen, Gletschermorphologie.

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DER WEG DER ERDE

DER WEG DER ERDE

Geologie, lokale Geschichte und die Verwendung von Gesteinen durch den Menschen.

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DER WEG DER FEUERS

DER WEG DER FEUERS

Es entwickelt sich vollständig im Unterbecken des Bordina-Baches, innerhalb des Aufschlussgebiets der magmatischen Gesteine

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DER WEG DER LUFT

DER WEG DER LUFT

Der Panoramablick: Er findet entlang des Kamms zwischen dem San Lucano-Tal und dem Garés-Tal statt

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CORPASSA-TAL - MALGA PELSA ROUTE

CORPASSA-TAL - MALGA PELSA ROUTE

Den Val Corpassa hinauf bis zur Lagune von Pelsa, wo sich sehr wichtige fossile Funde befinden

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VIDEO

3D-MODELL VON MONTE CIVETTA
Videoaufnahme mit einem Hubschrauber zur Erstellung eines 3D-Modells der Felswände des Monte Civetta.

 

360 GRAD FOTOS

PANORAMAAUSSICHTEN
Piazza di Agordo - foto a 360 gradiAgordo Platz: Pfarrkirche, Rathaus und Villa Crotta de Manzoni
Veduta da località Tamonich - foto a 360 gradiBlick auf die Agordo-Berge von Tamonich, Sitz des IIS Follador
 

22 - Rifugio Vazzoler (1713 m s.l.m.)

. Posted in Geologische Route des Corpassa-Tal - Malga Pelsa

Il Rifugio Vazzoler (di proprietà del CAI di Conegliano) sorge sul Col Negro di Pelsa (1720 m s.l.m.), al limite del bosco di conifere ed è dominato dalla Torre Venezia.

Il Col Negro con il rifugio Vazzoler dalla Valle dei CantoniIl Col Negro con il rifugio Vazzoler dalla Valle dei Cantoni (foto D.G.).

Accanto al rifugio si estende, su un’area di circa 5000 metri quadrati, un “Giardino Botanico” inaugurato nel 1968 e dedicato ad Antonio Segni (Presidente della Repubblica dal 1962 al 1964). Il giardino ospita circa 180 specie vegetali tipiche dell’ambiente montano e si articola in due sezioni, la prima è lasciata all’evoluzione naturale, la seconda offre una rassegna dei principali ambienti alpini e dolomitici.

Dal rifugio Vazzoler il panorama spazia da Torre Venezia, ai Cantoni di Pelsa separati dalla Valle dei Cantoni dalla Cima della Busazza. Da qui la vista sulla famosa parete Est di Torre Trieste è completa, più a destra spunta la Cima delle Sasse, tutte le cime del gruppo della Moiazza fino alla Cima delle Nevère. Sulla Cima delle Sasse è ben visibile una ulteriore particolarità del gruppo del Civetta.

Sovrascorrimenti della Cima delle Sasse

Nel Trias, con l’inizio della frammentazione della Pangea, nella nostra regione si instaurarono condizioni tettoniche distensive, prima si delinearono Piattaforma Trentina e Bacino Bellunese e poi il lento sprofondamento permise nel Giurassico e nel Cretaceo inferiore la deposizione di una considerevole pila di sedimenti.

Nel Cretaceo superiore i movimenti delle placche subirono un radicale mutamento, la zolla africana iniziò il suo cammino verso l’Europa producendo le condizioni compressive responsabili dell’Orogenesi Alpina, che coinvolge ancora Alpi e Prealpi Bellunesi.

La prima fase dell’orogenesi (Eoalpina) non interessò direttamente la nostra regione. Studi effettuati in zone limitrofe hanno rivelato che in questa fase è avvenuta la subduzione e la totale consunzione di un piccolo ramo oceanico della Tetide (l’Oceano Ligure), con la formazione di un arco vulcanico, una situazione geologica per certi versi simile alla cordigliera delle Ande ma di dimensioni assai più ridotte.

Nell’Eocene e nell’Oligocene inferiore la regione dolomitica, non coinvolta nella prima fase dell'Orogenesi Alpina e ancora sommersa dal mare, è stata sottoposta ad una compressione sviluppata in direzione Est-Ovest (fase Mesoalpina o Dinarica) che ha condotto allo sviluppo di pieghe e ampi sovrascorrimenti che riguardavano solo la copertura sedimentaria senza coinvolgere il Basamento Cristallino. I resti di queste strutture, detti lembi di ricoprimento, sono distribuiti su alcuni gruppi dolomitici, la presenza di masse anomale con strati discordanti sulla cima delle montagne aveva fatto nascere, un tempo il nome curioso di “sovrascorrimenti di vetta”. Ora sappiamo che in realtà queste masse anomale, formate da strati contorti e discordanti rispetto agli strati sottostanti, non sono altro che ciò che rimane di grandi coltri di ricoprimento quasi completamente smantellate dall’erosione.

La zona Civetta-Moiazza è una delle aree delle Dolomiti in cui si possono osservare questi sovrascorrimenti, la zona più rappresentativa è costituita dalla Cima delle Sasse contraddistinta da stratificazioni contorte di Calcari Grigi che poggiano con contatto tettonico su strati indisturbati della stessa formazione.

 

Sezione geologica di Bruno Castiglioni attraverso il gruppo del CivettaSezione geologica di Bruno Castiglioni attraverso il gruppo del Civetta

 

Disegno schematico che spiega lorigine delle marmitte di erosioneDisegno che spiega il meccanismo di formazione dei “sovrascorrimenti di vetta”. Nella prima figura è indicata la situazione precedente alla fase tettonica. Durante la fase Mesoalpina (Dinarica) dell’Orogenesi Alpina si svilupparono grandi sovrascorrimenti in direzione ENE-OSO, essi avvenivano a basso angolo quando la faglia attraversava rocce tenere (Formazione a Bellerophon, Formazione di Werfen, Formazione di Livinallongo…) per poi assumere inclinazioni maggiori in presenza di rocce compatte e tenaci (dolomie di scogliera). L’erosione, innescata dal sollevamento della catena Alpina, ha cancellato gran parte delle strutture geologiche lasciando solo piccoli lembi isolati. La situazione rappresentata corrisponde a quella presente sulla Cima delle Sasse (da Doglioni 1991, ridisegnato).

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