18 - Listolade e la Val Corpassa

. Inserito in Itinerario Val Corpassa - Malga Pelsa

“Non potemmo tuttavia oltrepassare Listolade senza arrestarci un minuto, per gettare un’occhiata entro la Valle della Corpassa, che si apre sulla sinistra del Cordevole. Un colosso di monte, una tela d’ignude rupi, ne chiude lo sfondo. Vedeste mai una montagna più bella o più orrida? È la Civita, detta anche Corpassa, vista da mezzodì, più simile a un’immensa muraglia diroccata che ad una montagna.”

Il gruppo del Civetta attraverso la Val CorpassaIl gruppo del Civetta attraverso la Val Corpassa

La Val Corpassa

La Val Corpassa è un solco profondamente incassato nell’edificio inferiore del Civetta, all’inizio della valle affiora per pochi metri, la Formazione di Werfen. Alla base dell’opera di presa (a 500 metri da Listolade) si possono osservare alcuni strati appartenenti alla Formazione di Agordo. Attraversato il primo (Ponte di Rabul q. 814 m s.l.m.) la strada corre su detrito di falda e frana. L’impronta ad “U” di valle glaciale è ancora riconoscibile in alcune sezioni, anche se la valle è caratterizzata da una vivace dinamica dei versanti e il torrente Corpassa scorre in un alveo particolarmente instabile cosparso di blocchi e massi enormi.

Le pareti circostanti sono composte in basso dalla Formazione del Contrin e verso l’alto dalla Formazione dello Sciliar. Il loro aspetto non è particolarmente “dolomitico” perché l’alterazione biologica a bassa quota è molto spinta e le rocce sono rivestite di patine scure.

La Val Corpassa dal ciglio del Van delle SasseLa Val Corpassa dal ciglio del Van delle Sasse, la rielaborazione fluviale ha cancellato quasi completamente l’originario profilo ad “U” della valle (foto D.G.).
scorcio verso i Cantoni del Framont con il Campanile di Camp e il TridenteScorcio verso i Cantoni del Framont con il Campanile di Camp e il Tridente (foto D.G.).

 

Il Gruppo del Civetta

Le Dolomiti rappresentano l’archetipo di una particolare tipologia di paesaggio definito appunto “paesaggio dolomitico”, presente anche in altre parti del mondo dove però non raggiunge lo splendore, la grandiosità, la potenza delle nostre montagne. Le Dolomiti sono un bene seriale, costituito da un insieme di sistemi montuosi che presentano aspetti comuni ma si distinguono l’uno dall’altro per caratteristiche peculiari. Un sistema è composto da uno a più gruppi montuosi ed è difficile trovare tutte le caratteristiche che hanno reso le Dolomiti Patrimonio dell’Umanità in un singolo monte, ad eccezione del Civetta.

Nel Civetta coesistono le particolarità delle Dolomiti Occidentali, contraddistinte da dolomie compatte di scogliera, con quelle delle Dolomiti Orientali, caratterizzate invece da dolomie stratificate di piana tidale e da calcari liassici. La complessità geologica è elevata e deriva dalla combinazione fra l’articolata paleogeografia ladinico-carnica e la tettonica polifasica alpina.

Il Civetta è una montagna straordinaria, grandiosa, dove l’immensità della parete Nord-Ovest, nota nel mondo germanico come "die Wand der Wände", la parete delle pareti, lunga 7 km e alta 1200 metri, contrasta con la moltitudine di torri che ne ricamano le creste; dove dietro una apparente semplicità si cela una serie complessa e articolata di crinali che racchiudono perle scintillanti e poco conosciute come il Giazér, piccolo ghiacciaio pensile annidato nell’alta Val dei Cantoni, fra le cime più alte del gruppo.

La parete Nord del Monte Civetta da Ronch di LasteLa parete Nord del M. Civetta da Ronch di Laste: “la più grandiosa muraglia della Dolomiti, che con le sue vertiginose scanalature, può assomigliare alla sagoma di un organo immenso.” (Dino Buzzati, L’uomo e la parete 6/10/1932).
L’enorme edificio roccioso di cui si compone il M. Civetta è divisibile in due unità; quella inferiore (da fondovalle al Col Rean, al centro della foto) è formata da Formazione dello Sciliar e rappresenta la propaggine orientale della grande scogliera delle Pale di San Martino; quella superiore invece è modellata nella Dolomia Principale e nei Calcari Grigi. L’ampia cengia compresa fra le due unità si sviluppa in corrispondenza della F. di Travenanzes, scarsamente affiorante perché ricoperta da una falda detritica continua (foto D.G.).

La struttura del paesaggio, la verticalità unita all’imponenza delle sue pareti, la varietà di forme e di colori rendono il Civetta “il monumento naturale al Sublime”, la sintesi di tutte le Dolomiti.

Il massiccio Civetta-Moiazza è suddiviso in due parti, l’edificio inferiore è modellato nelle dolomie di scogliera (Dolomia infraraibliana degli Autori), esso è separato da quello superiore, scolpito nella 

Dolomia Principale e nei Calcari Grigi, dalla Formazione di Travenanzes, quasi completamente ricoperta dai detriti di falda.

L’aspetto più spiccatamente dolomitico dell’edificio superiore dipende essenzialmente dalla diversa quota; Dolomia Principale e Calcari Grigi sono ubicati in una fascia altimetrica in cui prevalgono i fenomeni crio-nivali; gli strati dolomitici appartenenti alla F. del Contrin e alla F. dello Sciliar sono collocati invece in un fascia climatica in cui l’ efficacia dei processi chimico-biologici ha portato ad una alterazione della roccia con colorazioni più scure rispetto alle quote più alte.

Civetta e Moiazza dalla Prima Pala di San LucanoCivetta e Moiazza dalla Prima Pala di San Lucano, Dolomia Principale e Calcari Grigi di colore chiaro contrastano con la sottostante Formazione dello Sciliar che compone le cime del Monte Pelsa (sinistra) e Framont (destra), (foto L. D’Alberto)

Stereogramma del Gruppo del CivettaStereogramma del Gruppo del Civetta che mostra la sua suddivisione verticale con l’edificio inferiore di Formazione dello Sciliar e Formazione del Contrin e quello superiore di Dolomia Principale e Calcari Grigi (dis. D.G.).

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