Descrizione del sentiero

. Inserito in Sentiero dell’Aria

Sentiero dell’Aria: i panorami.

Riguarda essenzialmente il tratto dell’itinerario lungo la cresta fra la Valle di San Lucano e la Val Garés è articolato nelle tappe: La sezione ad “U” (Pannello 11), Casera Campigat (Pannello 14), Casera ai Doff (Pannello 15).

Partenza: Col di Prà (Pannello 8)
Lunghezza: 12 km,
Dislivello: 1200 metri circa.
Tempo di percorrenza (a piedi) una intera giornata.

Guida al percorso

Dal parcheggio di Col di Prà si prosegue lungo la strada in direzione di Pont; superato il ponte (provvisorio) che sostituisce quello divelto dal T. Bordina durante la Tempesta Vaia si continua salendo lungo la strada militare che sale con pendenza dolce e costante fino poco dopo l’incrocio con il sentiero CAI 761, Pannello 11 (1088 m s.l.m.), dove è possibile osservare lo splendido panorama sulla grande sezione compresa fra Terza Pala e Agnèr

Proseguendo la strada militare in direzione Pont, dopo circa 500 metri, si raggiunge la località Pont (1149 m s.l.m.) (Pannello12) e di qui dopo il tornante (cascata nella Formazione di Moena) si può scegliere se proseguire lungo la strada militare oppure procedere sul sentiero CAI n. 761, che si stacca sulla destra. I due itinerari si incontrano nuovamente in località Pont de la Pita (1326 m s.l.m.) da dove si stacca una traccia di sentiero che conduce (in poco più di un’ora) alla Grotta di San Lucano e un’altra che porta in pochi minuti a Casera Pian della Stua (1373). Seguitando sulla strada (sentiero CAI n. 761) si raggiunge il Pian di Reiane (1360 m s.l.m.) e continuando si può pervenire a Casera Campigat (Pannello14) senza passare per il Pian della Stua.

Per giungere a Casera ai Doff (1878m s.l.m.)(Pannello15), da Campigat, occorrono circo 2 ore di cammino.: dopo Casera Campigat si imbocca il sentiero CAI n. 759 che procede in salita attraverso rocce vulcaniche (lave a cuscini rimaneggiate) fino a guadagnare la cresta Valghere-Palalada.

Descrizione panorama

Dal crinale si può osservare il panorama sulla Val di Gares; il rumore ci segnala la sottostante Cascata delle Comelle con l’acqua che sbuca dall’omonimo orrido e dopo una serie di salti supera il gradino della valle glaciale sospesa, modellato nella Formazione del Contrin, per finire nella sottostante Val Garés.

Il villaggio di Garés è situato su di un conoide alluvionale e chiuso a nord dalle rocce vulcaniche del Cimon della Stia, sostituite all’improvviso dalle dolomie del Gruppo del Focobon con le sue cime particolarmente articolate, le sue torri snelle e massicce, i circhi glaciali “rintanati” in profondi valloni su cui incombono pareti verticali. Un paesaggio derivante da fenomeni di erosione selettiva sulle rocce dolomitiche fratturate, inclinate e attraversate da filoni magmatici.

La cascata delle Comelle supera il gradino di valle glaciale sospesa, impostato nella Formazione del Contrin, in parte inciso dalla gola stretta e profonda dell’Orrido delle Comelle. La fenditura subito a destra della cascata è impostata lungo un filone verticale di andesite sul quale l’erosione è stata più efficacie rispetto alla dolomia che lo circonda (Foto D.G.).La cascata delle Comelle supera il gradino di valle glaciale sospesa, impostato nella Formazione del Contrin, in parte inciso dalla gola stretta e profonda dell’Orrido delle Comelle. La fenditura subito a destra della cascata è impostata lungo un filone verticale di andesite sul quale l’erosione è stata più efficacie rispetto alla dolomia che lo circonda (Foto D.G.).

Le rocce vulcaniche del Sass Negher poggiano direttamente sulla scarpata di scogliera delle Pale, creando paesaggi vicini ma completamente diversi. Si nota la traccia della strada militare che sale verso Campo Boaro (foto D.G.). Le rocce vulcaniche del Sass Negher poggiano direttamente sulla scarpata di scogliera delle Pale, creando paesaggi vicini ma completamente diversi. Si nota la traccia della strada militare che sale verso Campo Boaro (foto D.G.).

Cimon della Stia e Val Garès. Il Cimon della Stia è composto per la porzione superiore da rocce vulcaniche (lave a cuscini) e vulcanoclastiche. Malga Stia, visibile sulla sinistra, è ubicata su un terrazzo di contatto glaciale (foto D.G.).Cimon della Stia e Val Garès. Il Cimon della Stia è composto per la porzione superiore da rocce vulcaniche (lave a cuscini) e vulcanoclastiche. Malga Stia, visibile sulla sinistra, è ubicata su un terrazzo di contatto glaciale (foto D.G.). 

Panoramica verso il gruppo del Focobon, da sinistra in fondo i Bureloni e la Cima di Valgrande poi l’articolata Cima di Focobon, la più compatta cima di Campido, le Torri della 64a Compagnia (appena visibili), la Cima Zopel e la cima Lastei. A sinistra più in avanti il Sasso Tedesco separato dalla Val di Col dal costone isolato di Drioparei (Cima delle Scalette) In Val di Col si distinguono tre circhi glaciali sospesi sovrapposti.Panoramica verso il gruppo del Focobon, da sinistra in fondo i Bureloni e la Cima di Valgrande poi l’articolata Cima di Focobon, la più compatta cima di Campido, le Torri della 64a Compagnia (appena visibili), la Cima Zopel e la cima Lastei. A sinistra più in avanti il Sasso Tedesco separato dalla Val di Col dal costone isolato di Drioparei (Cima delle Scalette) In Val di Col si distinguono tre circhi glaciali sospesi sovrapposti.

Vicino compare la massa scura del Sass Negher con il curioso dente sommitale, più lontano le rocce vulcaniche di Campo Boaro che ricoprono la scarpata di scogliera delle Pale del Balcon. Più a nord si mostrano la vasta parete sud della Marmolada, le Cime d’Auta e più vicino l’enorme “calanco” delle Marmolade, un esteso fenomeno erosivo che coinvolge rocce sottilmente stratificate del Permiano (Arenarie di Val Gardena e Formazione a Bellerophon) e del Trias Inferiore (Formazione di Werfen). Il sottogruppo di Pape si fa notare, oltre che per il suo caratteristico colore, per le classiche forme di erosione selettiva come i versanti a gradinata in cui si alternano cengie (roccia tenera) e pareti rocciose (roccia dura) e il rilievo monoclinale (cuesta) dei Lastei di Pape che presenta una superficie sommitale modellata nelle tenaci bancate del Conglomerato della Marmolada.

La parete Sud della Marmolada la “parete d’argento”, con davanti da sinistra il Monte La Banca, il Monte Fop e le Cime dell’Auta. La Marmolada, regina delle Dolomiti, si distingue dalla maggior parte delle altre Dolomiti per la sua composizione calcarea. La mancata dolomitizzazione della piattaforma della Marmolada (e di quella contigua di Costabella-Cime dell’Auta) è presumibilmente dovuta al mancato contatto con l’acqua marina, in quanto nel Ladinico superiore essa era completamente ricoperta da rocce vulcaniche impermeabili. Il Calcare della Marmolada (ora Formazione dello Sciliar), ingrigito dal tempo, alterna zone massicce e fratture verticali che creano, in alto, picchi aguzzi, originando un paesaggio simile, per certi versi, a quelli su graniti della Val Masino-Bregaglia o del M. Bianco;La parete Sud della Marmolada la “parete d’argento”, con davanti da sinistra il Monte La Banca, il Monte Fop e le Cime dell’Auta. La Marmolada, regina delle Dolomiti, si distingue dalla maggior parte delle altre Dolomiti per la sua composizione calcarea. La mancata dolomitizzazione della piattaforma della Marmolada (e di quella contigua di Costabella-Cime dell’Auta) è presumibilmente dovuta al mancato contatto con l’acqua marina, in quanto nel Ladinico superiore essa era completamente ricoperta da rocce vulcaniche impermeabili. Il Calcare della Marmolada (ora Formazione dello Sciliar), ingrigito dal tempo, alterna zone massicce e fratture verticali che creano, in alto, picchi aguzzi, originando un paesaggio simile, per certi versi, a quelli su graniti della Val Masino-Bregaglia o del M. Bianco;

Verso il gruppo di Cima Pape con il rilievo monoclinale (cuesta) dei Lastei di Pape, si tratta di una classica forma derivante da un processo di morfoselezione in cui un robusto pacco di strati (Conglomerato della Marmolada) protegge quelli più erodibili (Formazione del Monte Fernazza) sottostanti (foto D.G.).Verso il gruppo di Cima Pape con il rilievo monoclinale (cuesta) dei Lastei di Pape, si tratta di una classica forma derivante da un processo di morfoselezione in cui un robusto pacco di strati (Conglomerato della Marmolada) protegge quelli più erodibili (Formazione del Monte Fernazza) sottostanti (foto D.G.).

L’enorme calanco delle Marmolade, la più vasta area in erosione delle Dolomiti, scavata negli strati di Arenaria di Va Gardena, Formazione a Bellerophon e Formazione di Werfen. Queste forme “calancoidi” sono prodotte in un processo articolato in più fasi. All’inizio pioggia battente e grandine asportano i materiali più erodibili (limo e argille), contemporaneamente la pioggia crea sul pendio un ruscellamento diffuso che trasporta i granuli in modo più efficacie. Quando l’acqua si riunisce in rivoli, carichi di detriti, la sua capacità erosiva si accresce. Dall’unione dei rivoli si formano solchi più ampi e profondi, che accelerano l’azione erosiva e vanno a convergere creando vallecole ancora più profonde. Questo processo fa si che il trasporto solido del Torrente Gavon sia particolarmente intenso con frequenti fenomeni di trasporti di massa (foto D.G.).L’enorme calanco delle Marmolade, la più vasta area in erosione delle Dolomiti, scavata negli strati di Arenaria di Va Gardena, Formazione a Bellerophon e Formazione di Werfen. Queste forme “calancoidi” sono prodotte in un processo articolato in più fasi. All’inizio pioggia battente e grandine asportano i materiali più erodibili (limo e argille), contemporaneamente la pioggia crea sul pendio un ruscellamento diffuso che trasporta i granuli in modo più efficacie. Quando l’acqua si riunisce in rivoli, carichi di detriti, la sua capacità erosiva si accresce. Dall’unione dei rivoli si formano solchi più ampi e profondi, che accelerano l’azione erosiva e vanno a convergere creando vallecole ancora più profonde. Questo processo fa si che il trasporto solido del Torrente Gavon sia particolarmente intenso con frequenti fenomeni di trasporti di massa (foto D.G.).

Si procede sempre lungo il sentiero n. 759 e con qualche lieve saliscendi si arriva a F.lla Caoz (1944 m s.l.m.) e poi si scende a Casera ai Doff (1878 m s.l.m.) Pannello 15, recentemente restaurata, buon punto di appoggio agli escursionisti.

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