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14 - Casera Campigat

. Inserito in Sentiero dell’Aria

14 Casera Campigat (1801m s.l.m.) - La scarpata di scogliera

Casera Campigat (q. 1801 m s.l.m.). può fornire, in caso di bisogno, un rustico ma valido riparo. Nell’area circostante (Sass Negher, Campo Boaro, Val delle Camorze, Coston della Vena) affiorano rocce magmatiche (lave a cuscini rimaneggiate) e talvolta si può osservare direttamente il loro contatto con le rocce dolomitiche. Da queste zone provengono diversi minerali: quarzo; analcime, heulandite, calcedonio e perfino rame nativo.

Forcella Cesurette e Casera Campigat, oltre la cresta spunta il villaggio di Garès; si può notare la strada militare che sale con diversi tornanti verso la casera; dalla casera il percorso continua seguendo la cresta verso destra. Sulla sinistra in primo piano è visibile il contatto (tettonico per faglia trascorrente destra) fra le rocce chiare della scarpata di scogliera e le lave a pillow rimaneggiate di colore scuro (foto Lucio D’Alberto)Forcella Cesurette e Casera Campigat, oltre la cresta spunta il villaggio di Garès; si può notare la strada militare che sale con diversi tornanti verso la casera; dalla casera il percorso continua seguendo la cresta verso destra. Sulla sinistra in primo piano è visibile il contatto (tettonico per faglia trascorrente destra) fra le rocce chiare della scarpata di scogliera e le lave a pillow rimaneggiate di colore scuro (foto Lucio D’Alberto)

Nel Ladinico superiore l’area Marmolada-Monzoni fu interessata da importanti e persistenti effusioni magmatiche che portarono alla costruzione di un edificio vulcanico, di dimensioni simili a quelle dello Stromboli. Sui fondali sommersi avvenne l’effusione di grandi quantità di lava che a contatto con l’acqua fredda del mare solidificarono con le caratteristiche forme a cuscino (pillow lava), quando la lava fuoriusciva dai pendii sottomarini i cuscini rotolavano e si ricompattavano più in basso formando i cosiddetti pillow-breccia.

Dalla Casera si ha una splendida visuale sulla scarpata di scogliera delle Pale di San Lucano ricoperta dalle rocce magmatiche di Cima Pape. La litologia è stata in questo caso determinante nell’evoluzione del paesaggio. La Val di Gardés separa due tipi di ambienti completamente diversi, a sud le rocce carbonatiche della scarpata di scogliera delle Pale di S. Lucano, in strati inclinati di circa 40° (clinostratificazioni) faticosamente colonizzati da una vegetazione stentata composta essenzialmente da pino mugo; a nord i rilievi (M. Piaon, M. Prademur) modellati nelle rocce vulcano-clastiche (F. della Fernazza, Conglomerato della Marmolada) e più in basso magmatiche (basalti, monzoniti), da cui derivano suoli fertili che permettono lo sviluppo di ricchi pascoli e boschi di piante d’alto fusto. La situazione delle Pale di San Lucano-Cima Pape ha ispirato al grande geologo austriaco E. Von Mojsisovics il concetto di “eteropia di facies”.

Da Casera Campigat: la scarpata di scogliera delle Pale di San Lucano ricoperta dalle rocce vulcaniche e vulcanoclastiche del sottogruppo di Cima Pape, la Val di Gardés è impostata proprio lungo il contatto “lava-dolomia” (foto D.G.)Da Casera Campigat: la scarpata di scogliera delle Pale di San Lucano ricoperta dalle rocce vulcaniche e vulcanoclastiche del sottogruppo di Cima Pape, la Val di Gardés è impostata proprio lungo il contatto “lava-dolomia” (foto D.G.)

Schizzo geologico del contatto fra le rocce vulcaniche e vulcano-clastiche di Cima Pape e la scogliera delle Pale di San Lucano.Schizzo geologico del contatto fra le rocce vulcaniche e vulcano-clastiche di Cima Pape e la scogliera delle Pale di San Lucano.

Dopo Casera Campigat si imbocca il sentiero CAI n. 759 che procede in salita attraverso rocce vulcaniche (lave a cuscini rimaneggiate) fino a guadagnare la cresta Valghere-Palalada. Dal crinale il rumore ci segnala la sottostante Cascata delle Comelle con l’acqua che sbuca dall’omonimo orrido e dopo una serie di salti supera il gradino della valle glaciale sospesa, modellato nella Formazione del Contrin, per finire nella sottostante Val Garés.

Il villaggio di Garés è situato su di un conoide alluvionale e chiuso a nord dalle rocce vulcaniche del Cimon della Stia, sostituite all’improvviso dalle dolomie del Gruppo del Focobon con le sue cime particolarmente articolate, le sue torri snelle e massicce, i circhi glaciali “rintanati” in profondi valloni su cui incombono pareti verticali. Un paesaggio derivante da fenomeni di erosione selettiva sulle rocce dolomitiche fratturate, inclinate e attraversate da filoni magmatici.

Fig. 68. La cascata delle Comelle supera il gradino di valle glaciale sospesa, impostato nella Formazione del Contrin, in parte inciso dalla gola stretta e profonda dell’Orrido delle Comelle. La fenditura subito a destra della cascata è impostata lungo un filone verticale di andesite sul quale l’erosione è stata più efficacie rispetto alla dolomia che lo circonda (Foto D.G.).Fig. 68. La cascata delle Comelle supera il gradino di valle glaciale sospesa, impostato nella Formazione del Contrin, in parte inciso dalla gola stretta e profonda dell’Orrido delle Comelle. La fenditura subito a destra della cascata è impostata lungo un filone verticale di andesite sul quale l’erosione è stata più efficacie rispetto alla dolomia che lo circonda (Foto D.G.).

Fig.69. Le rocce vulcaniche del Sass Negher poggiano direttamente sulla scarpata di scogliera delle Pale, creando paesaggi vicini ma completamente diversi. Si nota la traccia della strada militare che sale verso Campo Boaro (foto D.G.).Fig.69. Le rocce vulcaniche del Sass Negher poggiano direttamente sulla scarpata di scogliera delle Pale, creando paesaggi vicini ma completamente diversi. Si nota la traccia della strada militare che sale verso Campo Boaro (foto D.G.).

Fig. 70. Cimon della Stia e Val Garès. Il Cimon della Stia è composto per la porzione superiore da rocce vulcaniche (lave a cuscini) e vulcanoclastiche. Malga Stia, visibile sulla sinistra, è ubicata su un terrazzo di contatto glaciale (foto D.G.).Fig. 70. Cimon della Stia e Val Garès. Il Cimon della Stia è composto per la porzione superiore da rocce vulcaniche (lave a cuscini) e vulcanoclastiche. Malga Stia, visibile sulla sinistra, è ubicata su un terrazzo di contatto glaciale (foto D.G.).

Fig. 71. Panoramica verso il gruppo del Focobon, da sinistra in fondo i Bureloni e la Cima di Valgrande poi l’articolata Cima di Focobon, la più compatta cima di Campido, le Torri della 64a Compagnia (appena visibili), la Cima Zopel e la cima Lastei. A sinistra più in avanti il Sasso Tedesco separato dalla Val di Col dal costone isolato di Drioparei (Cima delle Scalette) In Val di Col si distinguono tre circhi glaciali sospesi sovrappostiFig. 71. Panoramica verso il gruppo del Focobon, da sinistra in fondo i Bureloni e la Cima di Valgrande poi l’articolata Cima di Focobon, la più compatta cima di Campido, le Torri della 64a Compagnia (appena visibili), la Cima Zopel e la cima Lastei. A sinistra più in avanti il Sasso Tedesco separato dalla Val di Col dal costone isolato di Drioparei (Cima delle Scalette) In Val di Col si distinguono tre circhi glaciali sospesi sovrapposti

Vicino compare la massa scura del Sass Negher con il curioso dente sommitale, più lontano le rocce vulcaniche di Campo Boaro che ricoprono la scarpata di scogliera delle Pale del Balcon. 

Più a nord si mostrano la vasta parete sud della Marmolada, le Cime d’Auta e più vicino l’enorme “calanco” delle Marmolade, un esteso fenomeno erosivo che coinvolge rocce sottilmente stratificate del Permiano (Arenarie di Val Gardena e Formazione a Bellerophon) e del Trias Inferiore (Formazione di Werfen).

Il sottogruppo di Pape si fa notare, oltre che per il suo caratteristico colore, per le classiche forme di erosione selettiva come i versanti a gradinata in cui si alternano cengie (roccia tenera) e pareti rocciose (roccia dura) e il rilievo monoclinale (cuesta) dei Lastei di Pape che presenta una superficie sommitale modellata nelle tenaci bancate del Conglomerato della Marmolada.

Lungo il sentiero che procede con qualche saliscendi, sempre su rocce vulcaniche, ci si può imbattere in minerali come l’heulandite che contrasta per il suo colore rosso-arancio col colore verdastro della roccia la ingloba. Sul versante, a quote diverse si sviluppano tratti sub-orizzontali attribuibili in qualche caso a superfici strutturali, in altri (a quota 1800 circa) a terrazzi di contatto glaciale (terrazzi di kame). Si procede sempre lungo il sentiero n. 759 e con qualche lieve saliscendi si arriva a F.lla Caoz (1944 m s.l.m.) e poi si scende a Casera ai Doff (1878 m s.l.m.), recentemente restaurata, offre un buon punto di appoggio agli escursionisti.

Fig. 72. La parete Sud della Marmolada la “parete d’argento”, con davanti da sinistra il Monte La Banca, il Monte Fop e le Cime dell’Auta. La Marmolada, regina delle Dolomiti, si distingue dalla maggior parte delle altre Dolomiti per la sua composizione calcarea. La mancata dolomitizzazione della piattaforma della Marmolada (e di quella contigua di Costabella-Cime dell’Auta) è presumibilmente dovuta al mancato contatto con l’acqua marina, in quanto nel Ladinico superiore essa era completamente ricoperta da rocce vulcaniche impermeabili.  Il Calcare della Marmolada (ora Formazione dello Sciliar), ingrigito dal tempo, alterna zone massicce e fratture verticali che creano, in alto, picchi aguzzi, originando un paesaggio simile, per certi versi, a quelli su graniti della Val Masino-Bregaglia o del M. Bianco;Fig. 72. La parete Sud della Marmolada la “parete d’argento”, con davanti da sinistra il Monte La Banca, il Monte Fop e le Cime dell’Auta. La Marmolada, regina delle Dolomiti, si distingue dalla maggior parte delle altre Dolomiti per la sua composizione calcarea. La mancata dolomitizzazione della piattaforma della Marmolada (e di quella contigua di Costabella-Cime dell’Auta) è presumibilmente dovuta al mancato contatto con l’acqua marina, in quanto nel Ladinico superiore essa era completamente ricoperta da rocce vulcaniche impermeabili.  Il Calcare della Marmolada (ora Formazione dello Sciliar), ingrigito dal tempo, alterna zone massicce e fratture verticali che creano, in alto, picchi aguzzi, originando un paesaggio simile, per certi versi, a quelli su graniti della Val Masino-Bregaglia o del M. Bianco;

Fig.73. Verso il gruppo di Cima Pape con il rilievo monoclinale (cuesta) dei Lastei di Pape, si tratta di una classica forma derivante da un processo di morfoselezione in cui un robusto pacco di strati (Conglomerato della Marmolada) protegge quelli più erodibili (Formazione del Monte Fernazza) sottostanti (foto D.G.).Fig.73. Verso il gruppo di Cima Pape con il rilievo monoclinale (cuesta) dei Lastei di Pape, si tratta di una classica forma derivante da un processo di morfoselezione in cui un robusto pacco di strati (Conglomerato della Marmolada) protegge quelli più erodibili (Formazione del Monte Fernazza) sottostanti (foto D.G.).

Fig.74. L’enorme calanco delle Marmolade, la più vasta area in erosione delle Dolomiti, scavata negli strati di Arenaria di Va Gardena, Formazione a Bellerophon e Formazione di Werfen. Queste forme “calancoidi” sono prodotte in un processo articolato in più fasi. All’inizio pioggia battente e grandine asportano i materiali più erodibili (limo e argille), contemporaneamente la pioggia crea sul pendio un ruscellamento diffuso che trasporta i granuli in modo più efficacie. Quando l’acqua si riunisce in rivoli, carichi di detriti, la sua capacità erosiva si accresce. Dall’unione dei rivoli si formano solchi più ampi e profondi, che accelerano l’azione erosiva e vanno a convergere creando vallecole ancora più profonde. Questo processo fa si che il trasporto solido del Torrente Gavon sia particolarmente intenso con frequenti fenomeni di trasporti di massa (foto D.G.).Fig.74. L’enorme calanco delle Marmolade, la più vasta area in erosione delle Dolomiti, scavata negli strati di Arenaria di Va Gardena, Formazione a Bellerophon e Formazione di Werfen. Queste forme “calancoidi” sono prodotte in un processo articolato in più fasi. All’inizio pioggia battente e grandine asportano i materiali più erodibili (limo e argille), contemporaneamente la pioggia crea sul pendio un ruscellamento diffuso che trasporta i granuli in modo più efficacie. Quando l’acqua si riunisce in rivoli, carichi di detriti, la sua capacità erosiva si accresce. Dall’unione dei rivoli si formano solchi più ampi e profondi, che accelerano l’azione erosiva e vanno a convergere creando vallecole ancora più profonde. Questo processo fa si che il trasporto solido del Torrente Gavon sia particolarmente intenso con frequenti fenomeni di trasporti di massa (foto D.G.).

Fig. 75. Il versante meridionale del M. Palalada è interrotto da un terrazzo inclinato, si ritiene che si tratti di una superficie strutturale dovuta alla presenza di un livello di rocce dure ricoperto da rocce più tenere, attualmente erose (foto D.G.)Fig. 75. Il versante meridionale del M. Palalada è interrotto da un terrazzo inclinato, si ritiene che si tratti di una superficie strutturale dovuta alla presenza di un livello di rocce dure ricoperto da rocce più tenere, attualmente erose (foto D.G.)

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