10 - Cascata dell'Inferno

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10 Cascata dell’Inferno (1020 m.) - Formazione di Agordo e Conglomerato di Voltago

Lungo il Torrente Bordina affiora per un lungo tratto la Formazione di Werfen, essa è costituita da un consistente pacco di strati che nell’insieme presenta caratteristiche simili (rocce calcareo-marnose, siltoso-arenacee, sottilmente stratificate e quindi facilmente erodibili), ma se guardiamo nel particolare la composizione litologica e i caratteri sedimentologici mutano in continuo. Questa variabilità ha spinto i geologi a suddividere la formazione in 9 membri (un membro è una unità litostratigrafica di ordine gerarchico inferiore rispetto alla formazione), al fine di riconoscere in ciascuno di essi una maggior uniformità.

Gli strati rocciosi appartenenti alla F. di Werfen sono il risultato di un lungo periodo di sedimentazione in ambiente marino costiero, in prevalenza dentro la fascia di oscillazione delle maree. L’azione combinata di più fattori (subsidenza, sedimentazione e oscillazioni del livello del mare) ha prodotto cambiamenti ambientali che si sono succeduti per tutto il Triassico Inferiore (252-247 milioni di anni fa). La grande diffusione di impronte del moto ondoso (ripple) nelle rocce siltoso-arenacee del Membro di Campil o nelle calcareniti del Membro di Cencenighe testimoniano ambienti di spiaggia, così come le sabbie oolitiche del membro dell’Oolite a Gasteropodi, simili a quelle presenti sulle spiagge delle isole Bahama. I calcari marnosi ricchi di bivalvi del genere Claraia del Membro di Siusi richiamano invece una piana di marea con bassi fondali soggetti saltuariamente all’azione del moto ondoso. Il Membro di Val Badia con le sue ricche associazioni paleontologiche (bivalvi, gasteropodi del genere Natiria e ammoniti del genere Tirolites) denota ambienti marini un po’ più profondi, al di sotto dell’azione del moto ondoso. Nella Valle di San Lucano affiorano estesamente solo i membri più recenti della formazione.

In basso, sulla sponda sinistra del T. Bordina, l’erosione avvenuta durante la Tempesta Vaia ha messo a nudo una serie di strati di colore arenacei, siltosi e marnosi di colore in prevalenza rosso, appartenenti al Membro di Campil, con le classiche strutture sedimentarie (ripple mark e tempestiti) che indicano un ambiente dominato dal moto ondoso.

Formazione di Werfen, Membro di Campil lungo il T. Bordina (foto D.G.)Formazione di Werfen, Membro di Campil lungo il T. Bordina (foto D.G.)

Gli strati del Membro di Val Badia, di tonalità grigie, affiorano poco più in alto, sempre in sinistra idrografica. Solitamente il Membro di Val Badia è caratteristico di ambienti subtidali (al di sotto della profondità di oscillazione della marea) e in questa zona presenta però caratteri che indicano un passaggio ad ambienti di minor profondità (peritidali), si tratta di dolomie marnose bioturbate alternate a siltiti policrome; e verso l’alto calcari e calcari dolomitici marnosi e siltosi grigi.

Il successivo Membro di Cencenighe ha uno spessore di 70-80 m ed è composto da dolomie e calcari oolitico-bioclastici, di colore giallo e rosso, con laminazioni incrociate. A questi strati, interpretati come depositi prodotti da barre litorali controllate dalle maree, si alternano siltiti e marne grigie bioturbate, di ambiente subtitale e siltiti e argilliti rosse in cui la presenza di poligoni di disseccamento (mud-craks) indica un ambiente inter- supratidale.

La formazione termina con il Membro di S. Lucano, esso ha una potenza di 40-60 m ed è formato da arenarie rosse in strati decimetrici con laminazione orizzontale e incrociata, ripple da onda e da corrente; da siltiti, argilliti, dolomie siltose e marnose varicolori (gialle, grigie, rosse, violette) con ripple e mud-cracks strutture tipiche di aree soggette ad emersioni e sommersioni. Nella parte medio alta del membro si riduce la componente terrigena e diventano dominanti dolomie color grigio chiaro, bioturbate, alternate a siltiti varicolori.

Lungo il torrente alla base della prima cascata alta affiora la Dolomia del Serla inferiore composta da dolomie microcristalline biancastre o grigio chiare in strati dai 10 ai 60 cm, con giunti netti e piano-paralleli, è un deposito di piattaforma carbonatica peritidale. 

Alla Dolomia del Serla succede il Conglomerato di Voltago. Il Conglomerato di Voltago è un deposito di conoide alluvionale formato da detriti erosi da un’area emersa posta più a sud, in questa zona lontana dall’area di provenienza e vicino al mare è composto quasi totalmente da strati arenacei. Un livello conglomeratico spesso alcuni decimetri, poco prima della cascata spicca all’interno degli strati di arenarie rossicce. Sotto al banco conglomeratico gli strati arenacei sono attraversati da fratture verticali sulle cui superfici compaiono delle strutture tettoniche particolari dette “strutture piumate” per la loro somiglianza con il disegno di una piuma. Esse si sviluppano sulla superficie delle fratture e indicano direzione e verso di propagazione dell’energia (verso l’esterno della “piuma”) che si irradia trasversalmente rispetto al piano di faglia, durante il movimento della faglia stessa.

La Cascata dell’Inferno è un tipico esempio di erosione selettiva, il resistente bancone calcarenitico (Calcareniti di Listolade) della Formazione di Agordo sporge a strapiombo rispetto ai litotipi arenaceo-siltosi teneri della parte inferiore della F. di Agordo e del Conglomerato di Voltago; all’interno di questi strati sono spesso presenti resti vegetali (in prevalenza si tratta di conifere e felci).

Sulla destra del salto il bancone è interrotto da una faglia che ha abbassato il blocco a occidente (sinistra) rispetto a quello a oriente (destra).

La cascata dell’Inferno con gli strati varicolori del Conglomerato di Voltago (foto D.G.).La cascata dell’Inferno con gli strati varicolori del Conglomerato di Voltago (foto D.G.).

Schizzo geologico dell’area della Cascata dell’Inferno (dis. D.G.)Schizzo geologico dell’area della Cascata dell’Inferno (dis. D.G.)

Livello conglomeratico appartenente alla Formazione del Conglomerato di Voltago (foto D.G.).Livello conglomeratico appartenente alla Formazione del Conglomerato di Voltago (foto D.G.).

 

Struttura “piumata” che attraversa uno strato di arenaria del Conglomerato di Voltago. Si tratta di un classico tectoglifo (indicatore tettonico) che mostra la direzione in cui si è propagata l’energia liberata dalla faglia (in questo caso da sinistra a destra) lungo le fratture laterali che si sviluppano durante l’attivazione della faglia stessa (foto D.G.).Struttura “piumata” che attraversa uno strato di arenaria del Conglomerato di Voltago. Si tratta di un classico tectoglifo (indicatore tettonico) che mostra la direzione in cui si è propagata l’energia liberata dalla faglia (in questo caso da sinistra a destra) lungo le fratture laterali che si sviluppano durante l’attivazione della faglia stessa (foto D.G.).

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